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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Scenari di deformazione. Legge e immagine ne Il processo di Franz Kafka
Ne Il processo di Franz Kafka, una delle opere chiave all'interno del dibattito sul tema "Legge e letteratura", vige, come è noto, una legge tanto potente quanto insondabile, una legge che si sottrae - così dimostrano i numerosi tentativi di interpretazione - ad ogni tipo di rappresentazione. E tuttavia, nella mente di ogni lettore del romanzo rimangono impresse le immagini che sottolineano il potere della legge, le rappresentazioni allegoriche ad esempio nei ritratti del pittore Titorelli o la suggestiva architettura del tribunale (la porta della Legge, la contiguità degli uffici, il labirinto di scale e corridoi), infine il contrasto tra chiaro e scuro, tra il buio dominante e una luce che abbaglia le figure e si riflette nelle smorfie sul loro volto. Nel tentativo di rendere visibile anche ciò che non si rappresenta, l'opera di Kafka si ribella infatti alla volontà iconoclasta (la proibizione vetero-testamentaria dell'immagine) cui la tradizione giudaica rimane fedele. Il contributo pone l'interrogativo dell'iconografia della legge mettendo in luce le immagini e le figure attraverso le quali la legge afferma la sua paradossale visibilità nel romanzo: non sono illustrazioni o allegorie del diritto ma scenari di deformazione che si prestano ad una lettura ideografica più che iconografica.