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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Sulla vexata quaestio delle tariffe professionali forensi
Il presente contributo si propone di ricostruire l'annosa questione dei minimi tariffari obbligatori per i servizi legali: vicenda sulla quale si registra da anni un dibattito assai controverso tra coloro che ritengono le tariffe minime una misura corporativa utile ai soli professionisti e coloro che ritengono invece che essa possa contribuire a mantenere determinati standards qualitativi ed a proteggere taluni professionisti dallo strapotere contrattuale dei clienti particolarmente abbienti. La vicenda si innesta su un quadro regolamentare, quello della professione forense, risalente al ventennio e ormai obsoleto, specie a fronte dei grandi cambiamenti politici, economici e sociali che hanno caratterizzato l'Italia negli ultimi ottant'anni, della globalizzazione economica e delle pressanti prescrizioni delle istituzioni comunitarie, specie in punto di tutela della concorrenza e di libera circolazione dei professionisti. Per questi ed altri motivi, la reintroduzione dei minimi tariffari obbligatori, soppressi nel 2006 e oggi nuovamente riproposti in taluni disegni di legge, non convince e potrebbe rivelarsi deleteria, sempre a fronte di un mercato caratterizzato da pesanti asimmetrie informative e di un sistema tariffario complessivo che fa dipendere i compensi da fattori indipendenti dalla capacità dall'impegno e dai risultati concretamente ottenuti dal professionista.