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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Note minime (vagamente antistoriche) sugli effetti perversi delle sentenze interpretative di rigetto in materia penale
Accade spesso che la Corte costituzionale, chiamata ad esprimersi sulla legittimità di una fattispecie di reato sospettata di vioalre l'art. 25, comma 2 Cost., si pronunci con una sentenza interpretativa di rigetto che, attraverso la valorizzazione in chiave ermeneutica del principio di offensività, ridefinisce il contenuto di quella meesima fattispecie, salvandola così dall'annullamento. Simili decisioni prestano il fianco a numerose critiche: non soltanto per la debolezza del presupposto teorico da cui muovono, ma anche -e soprattutto- per gli effetti perversi che inevitabilmente determinano.